Contatti

Alla scoperta della cultura greca. In Grecia

, di Claudio Todesco
L'esperienza di uno study tour dell'Ask in un paese equot;spaventosamente simile all'Italiaequot;, per esplorare l'impatto di fenomeni di globalizzazione violenti sulle pratiche culturali e artistiche

Che cosa succede quando la televisione di stato viene chiusa? È possibile attrarre turisti in un monastero abbarbicato su un picco d'arenaria senza violarne la sacralità? Qual è la reazione dell'industria culturale di fronte a una crisi economica drammatica? Nell'aprile 2014 trentuno studenti e una dozzina fra docenti e ricercatori hanno cercato le risposte in Grecia nel corso di uno study tour organizzato dal centro di ricerca Ask (Arts, science and knowledge) in collaborazione con il corso di laurea specialistica in Economics and management in arts, culture, media and entertainment (Acme), allo scopo di studiare l'impatto di fenomeni di globalizzazione violenti sulle pratiche culturali e artistiche. Il tour (4-17 aprile) è iniziato a Delfi, è proseguito a Salonicco e alle Meteore per chiudersi ad Atene.

A partire dal mese di gennaio, faculty e ricercatori pianificano interviste con un centinaio fra accademici, artisti, giornalisti, curatori, operatori culturali e dei media. Quindi, per due settimane, gli studenti sono divisi in gruppi e coinvolti in una fitta attività di incontri e debriefing. Hanno la rara opportunità di essere parte di un progetto sul campo particolarmente ricco e concentrato, affrontano i temi dal punto di vista di più istituzioni e scoprono quanto è complicato il ruolo del manager culturale. Secondo Stefano Baia Curioni, vice-presidente di Ask e ideatore dello study tour, gli studenti "beneficiano del lavoro fianco a fianco con i docenti. Essendo esposti a contesti complicati comprendono l'importanza di avere una visione".

Trattandosi della Grecia, i ricercatori si sono focalizzati su due linee guida: da una parte la risposta del mondo dell'arte e del sistema dei media alla crisi globale, dall'altra il senso del rapporto con l'antichità. Gli studenti ne sono stati impressionati. Giorgio Massignani ricorda in modo vivido l'incontro con gli ex giornalisti dell'azienda radiotelevisiva di stato che lavorano senza stipendio: "Cercano di finanziare l'attività col crowdfunding, ma non sono ancora riusciti a sviluppare un modello di business alternativo. Abbiamo pensato all'Italia: che cosa accadrebbe se la Rai chiudesse?". Giuditta Armiraglio loda l'autenticità dell'esperienza: "Una cosa è leggere della crisi economica, un'altra è vederla coi tuoi occhi. È stato scioccante. Ha accresciuto il nostro senso di responsabilità". È stato anche commovente: nel corso dell'ultimo debriefing, durato sette ore, alcuni studenti hanno pianto.

Nicola Pecchiari, che insegna contabilità e bilancio per lo spettacolo e ha partecipato al tour per otto giorni, è convinto che "gli studenti imparano più in due settimane di viaggio che in sei mesi sui libri. Ci stiamo chiedendo se questo approccio didattico e pedagogico non possa diventare un modello complementare alla didattica tradizionale". È il motivo che spinge i partecipanti a tornare: una decina di studenti presenti in Grecia erano reduci da tre diverse edizioni dello study tour di Ask. La ricerca sul campo ha avuto inizio nel 2008 a Mumbai. Da allora, ha portato gli studenti in giro per il mondo: San Paolo e Rio de Janeiro (2009), Istanbul (2010), Città del Messico (2011), Berlino, Amburgo, Düsseldorf, Bruxelles e Parigi (2012), Chicago, Nashville, Memphis, New Orleans (2013).

"Ma in Grecia è stato diverso", dice Paola Dubini, direttore del corso di laurea in Economia per le arti, la cultura e la comunicazione. "È stato più difficile comportarsi da ricercatrice distaccata. La Grecia è spaventosamente simile all'Italia".