Lascia che i tuoi impiegati salvino il mondo e non ti lasceranno mai
Un nuovo studio attesta che gli impiegati temporaneamente distaccati a lavorare per una Ong o un'organizzazione internazionale hanno meno probabilità di lasciare la propria azienda rispetto ad impiegati con caratteristiche comparabili. Sapevamo già che gli impiegati attribuiscono un certo valore alla possibilità di partecipare ad attività finalizzate ad avere un impatto sociale. In Corporate Social Initiatives and Employee Retention (di prossima pubblicazione su Organization Science) Christiane Bode (Dipartimento di Management e Tecnologia), Jasjit Singh e Michelle Rogan (entrambi INSEAD) asseriscono che tale preferenza costituisce un potenziale vantaggio strategico per le imprese. Le minori possibilità che lascino il posto di lavoro si registrano quando l'esperienza è relativamente breve (per esempio, intorno ai 3 mesi) e quando si svolge in un mercato sviluppato, rispetto ad esperienze che impongono di trasferirsi per lunghi periodi in paesi emergenti. In quest'ultimo caso c'è il rischio che gli impiegati avvertano un distacco troppo forte rispetto all'organizzazione quando tornano al lavoro, il che li può spingere ad abbandonare l'organizzazione.
I risultati si basano su un campione di 9.821 impiegati di una società internazionale di consulenza manageriale, che consente ai dipendenti di partecipare a progetti con esplicite finalità sociali in cambio di un significativo taglio dello stipendio.
In particolare gli autori ipotizzano che chi sceglie di partecipare a queste iniziative aziendali sociali veda diminuire le probabilità di lasciare l'azienda volontariamente anziché essere invitati a farlo (abbandono involontario). Secondo gli autori una spiegazione può essere trovata nel fatto che l'opportunità di partecipare a tali iniziative consente a questi dipendenti di avere il doppio beneficio di fare carriera lavorativa e di avere un impatto sociale. L'impresa riesce così a non perdere gli individui che desiderano una carriera ibrida.
Tuttavia, gli autori sostengono e dimostrano che quando tale esperienza è troppo lunga gli impiegati finiscono per non identificarsi più con l'organizzazione o per percepire un disallineamento al loro ritorno. Conclusioni simili vengono tratte quando l'esperienza si svolge in un paese emergente. In questo caso il distacco aumenta a causa della distanza geografica e culturale e chi torna da un paese emergente ha maggiori probabilità di lasciare l'azienda.
I ricercatori hanno dovuto fare i conti col fatto che chi decide di partecipare a iniziative aziendali sociali potrebbe avere caratteristiche diverse rispetto agli altri. I dati dimostrano che sono più giovani, sono in azienda da più tempo, sono più spesso donne e hanno una performance leggermente superiore. Perciò la minore probabilità di lasciare l'azienda potrebbe essere dovuta a caratteristiche personali non osservate anziché all'effettiva esperienza aziendale sociale. Gli autori confrontano allora partecipanti e non partecipanti con la stessa età, anzianità aziendale, genere, paese e performance pregressa. L'analisi conferma le ipotesi degli autori: le iniziative aziendali sociali possono davvero diminuire la probabilità di lasciare l'azienda, soprattutto quando l'esperienza è fatta vicino a casa e non supera i tre mesi.
Il risultato è importante per le imprese, dal momento che conoscenze e abilità sono spesso incorporate nelle persone e la continuità di rapporto con gli impiegati è critica per la performance. Così dare agli impiegati l'opportunità di avere un impatto sociale, insieme agli incentivi, alla cultura organizzativa e alla qualità del lavoro, può aiutare le imprese a non perdere i propri dipendenti.