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Le banche sono speciali. Ed Elena Carletti spiega il perche'

, di Claudio Todesco
Professore di finanza e membro del comitato scientifico dello European Systemic Risk Board, Carletti ha studiato tutti i passaggi cruciali della crisi, dal 2007 a oggi

Quand'era bambina e abitava di fronte alla sede della Banca d'Italia, a La Spezia, Elena Carletti non immaginava che le banche centrali sarebbero diventate uno dei suoi principali argomenti di ricerca. Il suo lavoro prende il via da una domanda tanto semplice quanto cruciale: perché le banche sono speciali? E come viene regolamentata questa loro unicità? L'argomento è indagato in una serie di paper incentrati sul comportamento delle banche centrali, il funzionamento dei mercati interbancari, il finanziamento degli istituti, la determinazione degli asset. E naturalmente sui meccanismi di regolamentazione che Carletti, professore di finanza alla Bocconi e fra le altre cose membro del comitato consultivo scientifico dello European Systemic Risk Board, ha potuto osservare da vicino. "La ricerca" afferma "permette di partecipare al dibattito sulle policy. Osservare il meccanismo dall'interno spinge a porre domande rilevanti".

Contabilità in tempo di crisi
Nel paper Mark-to-Market Accounting and Liquidity Pricing, scritto e pubblicato prima che l'argomento diventasse di drammatica attualità a causa della crisi del 2007, Carletti e Franklin Allen (Imperial College London) si concentrano sul ruolo della liquidità disponibile sul mercato nel determinare la valutazione degli asset degli istituti finanziari. Il dibattito si concentra sulle conseguenze dalla valutazione secondo mercato (mark-to-market) o costo storico. La differenza risulta fondamentale in tempi di crisi. "Finché i mercati sono efficienti e i prezzi riflettono i valori fondamentali degli asset che la banca detiene, la valutazione a prezzi di mercato funziona. Anzi, può costituire un sistema di allarme. Problemi di liquidità generalizzata nel mercato possono, però, costringere la banca a vendere asset a un prezzo inferiore al valore intrinseco, inasprendo la crisi". La liquidità è al centro di un altro paper scritto con Allen per il simposio di Jackson Hole del 2008. È il convegno organizzato annualmente dalla Federal Reserve Bank of Kansas City, cui partecipano i governatori delle banche centrali di tutto il mondo, i chief economist delle principali banche private e alcuni accademici. "Nel 2007, in un contesto di mercato poco liquido, furono posti in vendita molti asset provocando un calo dei prezzi e l'innesco del meccanismo di fire sales. Se l'economia è solida, il meccanismo perverso innescato dalla mancanza di liquidità può essere interrotto dall'intervento pubblico e, in particolare, da iniezioni di liquidità da parte della banca centrale", come Carletti, Allen e Douglas Gale (New York University) dimostrano, nell'ambito del mercato interbancario, anche nel paper Interbank Market Liquidity and Central Bank Intervention.

Regolamentazione del capitale
Un altro filone di studio riguarda la regolamentazione dei requisiti patrimoniali per il settore bancario. In un paper pubblicato nel 2011, Carletti, Allen e Robert Marquez (University of California, Davis) confutano l'idea secondo cui le banche non hanno incentivi a detenere capitale poiché esso è più costoso rispetto ai depositi. "Dimostriamo che, laddove vi sia concorrenza, le banche sono incentivate a possedere capitale e così facendo possono svolgere un'attività di prestito alle imprese più efficiente". La mossa successiva è stata verificare se davvero il capitale è più costoso. "Abbiamo costruito un modello di equilibro economico generale, mentre in letteratura si usano di solito equilibri parziali. Abbiamo dimostrato che, sì, il capitale è più costoso, ma aiuta a contenere i costi di bancarotta. Essendo meno soggetta al rischio di insolvenza, la banca può ridurre il costo di altri finanziamenti come depositi e titoli obbligazionari. Perciò, ridurre il costo del capitale significa incentivare le banche a detenere più capitale e a rendere più stabile il sistema".

La rete di sicurezza
L'assicurazione dei depositi fa parte della rete di sicurezza delle banche. Ne assicura la stabilità e soddisfa la necessità di protezione dei correntisti. Ma come deve essere disegnata tale assicurazione? "Se il debito è assicurato, il suo prezzo non ne riflette la rischiosità. Più generosa è l'assicurazione sui depositi, più grave è il problema di azzardo morale. Va perciò definita una soglia ottimale di copertura assicurativa". L'assicurazione serve a fermare il panico innescato dall'idea che l'istituto di credito finisca in stato di insolvenza, ma quanto in là ci si può spingere? In Irlanda, al picco della crisi, per fermare l'emorragia di fondi il governo decise di garantire i depositi di qualunque ammontare. "Se le banche sono solvibili, va tutto bene: il run basato sul panico viene fermato dal solo annuncio. Ma se, come nel caso irlandese, il valore degli asset delle banche si è svalutato, l'intervento dello Stato ha un costo fiscale enorme". La decisione di garantire i depositi di qualunque importo può mettere in pericolo la solvibilità di un intero paese.

Meccanismi di vigilanza
La crisi finanziaria globale ha acceso un dibattito sulla necessità di integrare a livello sovranazionale le funzioni di supervisione bancaria. Nel novembre 2014 è stato costituito il meccanismo di vigilanza unica (Single Supervisory Mechanism), in capo alla Banca Centrale Europea, cui spetta la sorveglianza diretta delle 128 banche più grandi d'Europa e indiretta di tutte le altre. Le banche nazionali, però, continuano ad avere un ruolo nel raccogliere e trasmettere informazioni a Francoforte. "Se i due supervisori hanno standard simili, la centralizzazione della vigilanza funziona. Ma se il regolamentatore centrale è molto più severo negli interventi rispetto a quello locale, quest'ultimo non sarà incentivato a raccogliere informazioni, specialmente se ha una diversa considerazione dei costi di default di una banca". È il caso di banche considerate sistemiche nel contesto nazionale, ma non a livello dell'Eurozona, un fatto oggi particolarmente rilevante.


Per saperne di più

Mark-to-Market Accounting and Liquidity Pricing, Franklin Allen, Elena Carletti, Journal of Accounting and Economics, 2006

The Role of Liquidity in Financial Crises, Franklin Allen, Elena Carletti, da Maintaining Stability in a Changing Financial System, Jackson Hole Conference Proceedings, Federal Reserve Bank of Kansas City, 2008

Interbank Market Liquidity and Central Bank Intervention, Franklin Allen, Elena Carletti, Douglas Gale, Journal of Monetary Economics, 2009

Credit Market Competition and Capital Regulation, Franklin Allen, Elena Carletti, Robert Marquez, Review of Financial Studies, 2011

Deposits and Bank Capital Structure, Franklin Allen, Elena Carletti, Robert Marquez, Journal of Financial Economics, 2014

Deposit Insurance and Risk Taking, Franklin Allen, Elena Carletti, Agnese Leonello, Oxford Review of Economic Policy, 2011

Regulatory Reforms in the European Banking Sector, Elena Carletti, Agnese Leonello, in The Palgrave Handbook of European Banking, 2016

Supervisory Incentives in a Banking Union, Elena Carletti, Giovanni Dell'Ariccia, Robert Marquez, IMF Working Papers, 2016