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Le tecnologie si scoprono in gruppo

, di Paola Zanella
Il modo migliore per stimolare l'esplorazione delle tecnologie collaborative introdotte di recente e' l'empowerment dei gruppi di lavoro che le utilizzano, secondo uno studio di Massimo Magni e Likoebe Maruping

Una nuova ricerca studia il modo in cui le organizzazioni possono sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie collaborative attraverso l'empowerment dei lavoratori. In particolare, si evidenzia che lavorando sull'autonomia dei team, sostenendo la loro attitudine positiva e rendendo visibile il loro impatto, i membri del team risultano più motivati ad esplorare come la tecnologia disponibile possa essere utilizzata per raggiungere i loro obiettivi. Lo studio in questione è Motivating Employees to Explore Collaboration Technology in Team Contexts (pubblicato su MIS Quarterly, Vol. 39, Numero 1, marzo 2015) di Massimo Magni (Dipartimento di Management e Tecnologia) e Likoebe Maruping (Georgia State University).

Il lavoro prende avvio dal fatto che oggi le organizzazioni stanno investendo sempre di più in tecnologie collaborative per sostenere e coordinare le interazioni dei team, anche per superare i problemi posti dalle distanze e i fusi orari. Tuttavia, dati recenti mettono in evidenza che il sottoutilizzo della tecnologia, unita alla resistenza individuale a esplorare tecnologie appena adottate, limita i benefici di produttività che le organizzazioni potrebbero trarre da questi investimenti. Lo studio, che è durato un anno, ha coinvolto 212 individui in 48 team di due organizzazioni.

La ricerca evidenzia che il ruolo dell'empowerment è cruciale per promuovere la volontà individuale di esplorare la tecnologia. Più in particolare, lo studio sottolinea che le organizzazioni che sono disposte a stimolare il comportamento esplorativo devono contare su leve gestionali che favoriscano l'empowerment del team. Più in particolare, Magni e Maruping osservano che le diverse dimensioni di empowerment influenzano la motivazione individuale ad esplorare e favoriscono la consapevolezza individuale di essere in grado di trasformare tale volontà in azione concreta. Quando andiamo in una libreria, per esempio, e compriamo un libro, abbiamo (si spera) l'intenzione di leggerlo. Tuttavia, la traduzione dall'intenzione in azione (l'effettiva lettura del libro) potrebbe essere difficile a causa delle condizioni esterne che impediscono di avere tempo per farlo. Gli autori sottolineano che lo stesso processo avviene con l'esplorazione della tecnologia: si può avere l'intenzione, ma questa intenzione non è sempre tradotta in azione a causa delle diverse situazioni emergenti di contesto.

Lo studio sottolinea che l'empowerment del team può facilitare sia l'emergere di una intenzione, sia una migliore comprensione delle situazioni di contesto che possono influenzare l'esplorazione efficace. La responsabilizzazione del team attiva un driver motivazionale che si basa su meccanismi diversi. Ad esempio, l'empowerment si basa sullo sviluppo di un atteggiamento positivo condiviso, che spinge i membri del team a essere proattivi e sperimentatori, nonostante gli ostacoli che possono derivare dall'ambiente. Inoltre, l'empowerment può favorire l'esplorazione facendo leva sull'autonomia dei membri del team. In effetti, i team che percepiscono di avere discrezione nel decidere come perseguire i loro obiettivi hanno maggiori probabilità di riuscire a organizzare le loro attività bilanciando il tempo da dedicare alle loro attività correnti e alle attività sperimentali.

Pertanto, lo studio sottolinea che oltre l'investimento tecnologico, le organizzazioni dovrebbero lavorare su leve manageriali per stimolare le persone a trarre vantaggio dalla nuova tecnologia. Altrimenti, l'introduzione di una nuova tecnologia di collaborazione non comporta necessariamente i benefici attesi.