Quelli che portano i post e i tweet agli esami
Gli studenti del Corso di Laurea in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione vivono nell'era digitale, ma è improbabile che abbiano mai pensato a post e tweet come parti integranti di un esame universitario. È quello che accade nelle aule di Method, Critique and Research In Artistic Disciplines II (Module II). Il corso rappresenta un'introduzione al design contemporaneo italiano. Il 50% del voto è assegnato tramite un tradizionale esame scritto incentrato sui contenuti delle lezioni. L'altro 50% è determinato da un orale in cui vengono discussi i contenuti dei blog e degli account Twitter che gli studenti sono chiamati ad aprire.
"I processi cognitivi di un ventenne sono diversi da quelli di un cinquantenne", afferma Stefano Mirti, il progettista e docente non accademico, nonché responsabile social media di EXPO 2015, che ha ideato l'esame social. "L'uso di strumentazioni che entrano in sincrono velocemente col loro modo di pensare migliora l'insegnamento". Gli studenti devono aprire su Google+ un blog che parli di design e di Milano, o del loro luogo di provenienza. Devono scegliere un tema legato alla materia. Non importa che si tratti di cappelli fatti a mano, fast fashion, burro d'arachidi, ombrelli o feste tradizionali. L'importante è che sia circoscritto, in modo da aumentare le possibilità di diventare microesperti di quel campo nel giro di un semestre. Devono sviluppare la materia usando la griglia che si applica all'analisi delle opere di design. E devono avere una presenza digitale significativa. "Chiedo loro di creare anche un account Twitter. È un modo per comprendere che ogni medium ha le sue regole". Ogni sabato la rivista on line Design In Bocconi (https://paper.li/designinbocconi) viene costruita con i contributi postati e i tweet dagli studenti. Questi ultimi sono riuniti qui: https://twitter.com/designinbocconi.
"Curare il blog significa fare interviste e creare contatti", spiega Chiara Lunardini, che ha frequentato il corso nel 2009-2010 e che oggi lavora alla Triennale di Milano. "L'esperienza mi ha insegnato a mettermi in gioco. A non avere paura. Frequentando lezioni nozionistiche avrei imparato la metà delle cose". L'esercizio ha dato il via anche ad attività professionali. "Prima di aprire il mio blog sui vini del Trentino non aveva grande esperienza di Internet", ammette Costanza Pedroni. Quattro anni dopo, si occupa della comunicazione on line di Wanderio, un motore di ricerca che pianifica viaggi dalla soglia di casa alla destinazione finale confrontando tutti i mezzi di trasporto disponibili, pubblici e privati.
Usare Google+ e Twitter ha un altro effetto. "Non possiamo più pretendere che il nostro curriculum e il nostro account Facebook siano due cose separate", afferma Mirti. "Non lo sono, nel bene e nel male. Il mercato del lavoro è cambiato. Gli studenti devono capire che competenze inesistenti fino a cinque anni fa sono diventate molto importanti". Mirti ha iniziato a usare i blog come strumento valutativo nel 2008. Ha assistito alla progressiva iPad-izzazione della vita degli studenti. Ha fatto uno sforzo per riversare il corso in un libro in formato ePub. Quando l'ho annunciato alla classe, uno studente ha alzato la mano: "È meraviglioso, grazie. Ma potrebbe portarci le fotocopie settimana prossima?". La cara vecchia carta non è ancora obsoleta.