Spazio alla user innovation prima che sia troppo tardi
In passato le attività di ricerca e sviluppo sono state appannaggio dell'impresa, ma oggi, in un numero crescente di settori, le imprese possono aprirsi, consentendo di innovare anche agli utenti. L'opzione è tanto più allettante per le imprese, quanto più gli utenti sono desiderosi di innovare. Tuttavia le imprese che perseguono l'obiettivo di massimizzare i profitti ricorrono all'open innovation quando è "troppo tardi". In altre parole, si aprono solo quando un numero relativamente alto di utenti sta innovando, mentre ai fini di massimizzare il benessere sociale sarebbe meglio lo facessero prima. Quindi i governi potrebbero migliorare il benessere di questi settori aiutando gli utenti a essere più produttivi nei loro sforzi di innovazione.
A raggiungere questa conclusione è Alfonso Gambardella (Dipartimento di Management e Tecnologia) con Cristina Raasch (TUM School of Management) ed Eric von Hippel (Sloan School of Management) in The User Innovation Paradigm: Impacts on Markets and Welfare (di prossima pubblicazione su Management Science). L'articolo riporta i risultati della modellizzazione formale delle complesse relazioni tra user innovation, divisione del lavoro innovativo, benefici per i produttori e benessere sociale.
Nel loro modello gli autori apportano tre importanti adattamenti a un modello standard di economia del benessere. Nel modello standard i produttori prendono decisioni sui propri sforzi innovativi e i consumatori sugli acquisti, considerando variabili come le politiche pubbliche e le caratteristiche dei produttori e dei consumatori. Nel modello modificato gli autori aggiungono un sottogruppo di utenti capaci di innovare. Questi massimizzano la loro funzione di utilità, come nel modello standard, ma con una differenza: guadagnano utilità facendo innovazione. Questo tinkering surplus può comprendere il divertimento, l'apprendimento, lo status o le prospettive d'impiego che il processo innovativo comporta. Una seconda differenza è che l'impresa può aumentare il tinkering surplus aiutando gli utenti a innovare, per esempio attraverso strumenti di progettazione o siti web che consentano agli innovatori di condividere i loro progetti e farli votare dalla community. Infine, nel modello l'impresa vede diminuire i propri profitti quando gli utenti diventano autosufficienti e non hanno più bisogno dell'impresa per produrre beni di qualità.
I risultati sono importanti sia per l'impresa, sia per i regolatori. Se il livello di autosufficienza non è troppo alto e gli utenti possono dare un contributo significativo al processo di innovazione, le imprese hanno interesse a passare alla user innovation quando questa coinvolge abbastanza utenti. Il passaggio richiede una sostanziale riorganizzazione della funzione di ricerca e sviluppo, ma se le imprese riescono a indirizzare gli utenti verso l'innovazione più profittevole, acquistano un vantaggio competitivo sui concorrenti. Tuttavia, per migliorare il benessere sociale, le imprese dovrebbero fare il passaggio prima di quando lo fanno per massimizzare i profitti. L'implicazione di policy è che, nei mercati in cui è possibile la user innovation, i governi che vogliono massimizzare il benessere sociale dovrebbero incentivare o sussidiare la user innovation. Inoltre, politiche tradizionali come quelle sui brevetti, che incentivano l'innovazione dei produttori, possono, in alcune condizioni, ridurre il benessere, perché incoraggiano un processo di innovazione incentrato sull'impresa e scoraggiano la divisione del lavoro tra impresa e utenti innovatori.