Una competition che immerge gli studenti nella vita d'azienda
Nel corso degli ultimi tre mesi due classi di brand management hanno ricevuto il compito di trovare il giusto posizionamento per un prodotto sul mercato dell'illuminazione digitale e di rendere un brand più attraente per il pubblico femminile. Non stavano studiando un business case, né erano impegnati in un business game. Stavano affrontando veri problemi posti da una vera azienda. Anzi, una grande azienda: Philips. I professori di marketing e i dirigenti della multinazionale hanno chiesto agli studenti di lavorare come brand manager in uno dei due campi che Philips mira ad espandere: cura personale (dermocosmesi ed epilazione) e illuminazione digitale (lampadine smart controllate da una app). Si trattava di un esame: il 50% del voto finale del corso era determinato dal progetto. Era anche una competizione: gli studenti sono stati giudicati da insegnanti e manager.
Alla fine di marzo decine di studenti di Marketing management hanno lasciato la Bocconi a bordo di un pullman. Destinazione: il quartier generale Philips a Monza. Lì hanno incontrato l'amministratore delegato Stefano Folli e hanno preso confidenza con i prodotti su cui avrebbero dovuto lavorare. "Hanno compreso il significato di brand per un'azienda come Philips", spiega Maria Carmela Ostillio, responsabile del corso di brand management. "È stata una grande esperienza per gli studenti. Hanno ottenuto informazioni riservate e perciò hanno dovuto firmare un accordo di riservatezza, come veri manager". Gli studenti di sesso maschile hanno espresso prevedibilmente una predilezione per il ramo illuminazione, ma non avevano possibilità di scelta: gli incarichi sono stati estratti a sorte. Si è poi scoperto che anche i maschi hanno ottime idee nel campo dell'epilazione... Prima della presentazione finale di mercoledì 11 giugno ci sono stati due altri incontri con i manager per risolvere i problemi e migliorare i progetti.
Ieri sono stati dichiarati i vincitori. Gli studenti hanno lavorato sul mutamento della percezione di Philips come marchio "maschile" proponendo strategie di sub-branding. Hanno ripensato il loro concetto di luce, rendendolo coerente con le esigenze aziendali e avanzando soluzioni adeguate come la brand migration. "Lavorare a contatto con Philips è stato sfidante", dice Ostillio a nome degli studenti. "Hanno lavorato con ordine e disciplina impensati. I risultati sono stati eccellenti".
Gli studenti hanno messo in gioco le loro doti migliori per risolvere problemi e lavorare in team. All'interno dei gruppi c'è stata competizione per fare prevalere la propria idea, ma quando la migliore è stata selezionata tutti si sono messi al suo servizio per trasformarla in un'idea di successo. "Il loro grande nemico è stata... la libertà", afferma Laura Colm, che ha supervisionato il progetto. "Abbiamo lasciato loro la possibilità di utilizzare ogni metodologia studiata. Non erano abituati a un tale livello di libertà. Per un po' si sono sentiti spiazzati, ma hanno superato l'ostacolo. Ho visto i loro progetti migliorare di settimana in settimana. Hanno fatto buon uso dei nostri consigli. Sono buoni ascoltatori".
Nel corso della cerimonia di premiazione di ieri i manager della Philips hanno dichiarato che alcune delle idee degli studenti sono così buone che potrebbero essere realizzate e li hanno invitati a inviare i loro cv per uno stage.