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I fondi sovrani diversificano e sono tiepidi con la finanza

, di Fabio Todesco
I dati del Sovereign Wealth Fund Annual Report 2012 evidenziano un nuovo trend verso un più alto numero di operazioni, ma di valore unitario inferiore

Nel 2012 le attività gestite dai fondi sovrani hanno superato i 3.000 miliardi di dollari, ma il Sovereign Wealth Fund Annual Report pubblicato dal Sovereign Investment Lab (SIL) del Centro Paolo Baffi denuncia "un persistente gap conoscitivo su ruolo, missione e strategie di uno dei più importanti, e tuttavia peggio compresi, nuovi attori del sistema finanziario globale".

La parola chiave per comprendere le tendenze dello scorso anno è diversificazione. Il rallentamento delle operazioni nel settore finanziario, e soprattutto dei salvataggi bancari, si è tradotto, nel 2012, in un aumento del 14% nel numero delle operazioni (a 270), ma in un calo del 30% del valore totale (a 58,4 miliardi).

Real estate, materie prime, energia e le connesse industrie di trasformazione si sono rivelati i maggiori beneficiari della nuova enfasi sulla diversificazione, mentre la più importante operazione dell'anno, la fusione dei giganti delle materie prime Glencore e Xstrata, gestita dalla Qatar Investment Authority in concerto con altri fondi sovrani, è stato il maggiore esempio di co-investimento che abbia mai coinvolto i fondi sovrani.

L'Europa ha ancora fatto la parte del leone per investimenti ricevuti (48% del totale), mentre l'attività in Nord America è scesa al 6%. "L'esposizione indiretta alla crescita dei mercati emergenti risulta un importante elemento nella scelta delle multinazionali target", dice il direttore del SIL, Bernardo Bortolotti.

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