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Il ruolo delle costituzioni nazionali nel contesto europeo e globale

, di Marco Garavelli
Pollicino, Martinico e Guastaferro hanno partecipato ad un progetto di ricerca internazionale fornendo il punto di vista italiano

Nell'attuale contesto storico, una parte rilevante delle decisioni politiche e legislative ha luogo a livello sovranazionale; in particolare, per i paesi europei si è verificato un trasferimento di competenze – e, quindi, di sovranità – a favore delle istituzioni dell'Unione europea. Ciò comporta il sorgere di interrogativi su quale ruolo rivestano, oggi, le costituzioni nazionali e come esse debbano coordinarsi con i trattati e le istituzioni internazionali.

Un gruppo di costituzionalisti, provenienti dai ventotto Stati membri dell'Unione Europea e dalla Svizzera, hanno analizzato questo tema nell'ambito di un progetto di ricerca supportato dallo European Research Council e diretto da Anneli Albi (Kent Law School), al quale hanno partecipato, come rappresentanti italiani, Oreste Pollicino (Università Bocconi), Giuseppe Martinico (Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa) e Barbara Guastaferro (Università Pegaso e Durham Law School).

Il risultato del progetto è ora il libro, in corso di pubblicazione per Asser Press e intitolato The Role of National Constitutions in European and Global Governance, al quale i vari autori hanno contribuito rispondendo, nella prospettiva di ciascuno Stato, ad un questionario comune. Pollicino, Martinico e Guastaferro hanno fornito la prospettiva italiana sul tema.

Il loro contributo offre, anzitutto, una panoramica sulla struttura e sull'origine storica della Costituzione italiana. Gli autori affrontano poi la delicata questione del coordinamento tra l'ordinamento italiano e quello comunitario, anche tramite una ricostruzione storica che riesce a dare sinteticamente conto tanto dei contrasti insorti, in passato, tra i giudici nazionali e la Corte di Giustizia in merito alle limitazioni alla sovranità nazionale rese necessarie dalla partecipazione alla Comunità Europea, quanto delle proposte di riforma costituzionale del Governo Renzi.

Nella seconda parte del contributo, Pollicino, Martinico e Guastaferro si soffermano sui cosiddetti diritti "fondamentali" dell'ordinamento, parte dei quali sono espressamente riconosciuti nel testo della Costituzione italiana. A questo proposito, gli Autori operano anche un confronto in merito al grado di protezione di tali diritti a livello nazionale e a livello comunitario. Viene così osservato, ad esempio, che nella giurisprudenza della Corte di Giustizia il diritto di sciopero non è considerato un diritto "fondamentale", diversamente da quanto accade nell'ordinamento italiano, sulla base dell'art. 40 della Costituzione, oppure che la normativa sul mandato di arresto europeo presenta alcuni profili di dubbia compatibilità con i diritti costituzionali nazionali, come il principio di legalità in materia penale (nullum crimen nulla poena sine lege). Pollicino e i colleghi, sulla scorta dello studio della giurisprudenza della Corte di Giustizia, oltre che della giurisprudenza costituzionale nazionale, giungono alla conclusione che solo un rapporto maggiormente collaborativo tra quest'ultima e le corti nazionali potrebbe consentire una migliore protezione dei diritti fondamentali, a livello sia interno sia comunitario.

Nella terza parte del contributo, gli autori analizzano alcune questioni che si pongono nel diritto costituzionale alla luce della partecipazione dell'Italia a trattati ed organizzazioni internazionali, come quella del trattamento delle fonti internazionali nell'ordinamento giuridico nazionale. In questa parte finale vengono trattati anche temi di particolare attualità a livello globale, ossia la legittimità costituzionale di certe misure finanziarie anti-crisi e delle misure straordinarie per la lotta al terrorismo.